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  • norawantsababy

C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA

L'inizio della nostra ricerca fra illusioni e speranze, prima di sbattere a muso duro contro la realtà. Scrivo a te, bimbo sperduto nell'isola che non c'è, sperando che un giorno arriverai.



Agosto, 2017. Tuo papà ed io abbiamo fatto una follia: ci siamo regalati un viaggio in America. Lo abbiamo pianificato fino al più piccolo dettaglio, pianificando anche te. Ci siamo detti

“Questo è il nostro ultimo grande viaggio...ti rendi conto? Avremo un bambino!

No, non ero incinta... eri un pensiero. Ma eri così tangibile che per me, illusa e ancora estranea al mondo dell'infertilità, da essere già concreto. Nella mia mente sentivo il tuo profumo. Guardando il tuo papà, ti vedevo fra le sua braccia.


Per me tu già c'eri. Dovevo solo "crearti". E poi, in fondo, dopo due anni di matrimonio era anche il momento!


7 AGOSTO 2017.


Papà e io ci baciamo a lungo in quel lettone nel centro di San Francisco, per poi sfilarci i vestiti dolcemente. Quel giorno abbiamo fatto l'amore versando persino una lacrima di gioia...

eravamo convinti che saresti arrivato TU.

La mamma è sciocca, amore mio. Talmente convinta di poterti stringere a breve che aveva messo letteralmente "i manifesti" sulla volontà di averti. Tutte le sue amiche sapevano che la mamma e il papà stavano provando ad averti: nessun dubbio sfiorava i nostri pensieri. In quella impalpabile atmosfera di invincibilità abbiamo vissuto tutto il resto del viaggio in America. Ogni tanto mi toccavo la pancia... credevo di aver già creato un miracolo. Qualsiasi insignificante sintomi mi parlava della tua presenza: il mal di testa, il seno gonfio, la stanchezza.


Il 17 Agosto arrivano le rosse. Abbondanti, dolorose, inequivocabili.


Sono triste, ma non troppo. Il papà mi abbraccia in aeroporto e mi dice

Beh, è solo il primo tentativo...me lo sento: entro la fine del 2017 avremo la bella notizia da dare a tutti!

Io ci credo, e sorrido di rimando. Devo solo aspettare, è solo questione di tempo.


7 DICEMBRE 2018

Non ci sei. Non ci sei, e la tua assenza è dolore soffocante. Non arrivi, e il tuo ritardo è un'onda gelida che mi travolge, mi bagna, mi annega ogni giorno. Non tengo più il conto degli stick per l'ovulazione acquistati, dei testi di gravidanza buttati nel cestino del bagno e pieni delle mie lacrime, degli aghi che hanno bucato le mie braccia e delle restrizioni alimentari che sto seguendo per perdere peso. Abbiamo appena iniziato un percorso di PMA: ancora non siamo nella fase delle punture in pancia e delle medicine, ma il mio animo è pesante.


Non sono credente, ma prego ugualmente. Non prego Dio, ma prego il ricordo e l'anima di mio nonno, sperando mi ascolti da lassù. Mi chiedo il perché di tante, troppe cose. Mi aggrappo forte al tuo papà per non cadere, tentando di sorreggere al contempo anche lui.


Non ci sei, non ci sei... ANCORA. Perché ti giuro che ci proverò. Per una volta nella mia vita cercherò di non mollare. La mamma è così... di solito si entusiasma molto agli inizi di qualcosa, per poi lasciarla perdere poco dopo. Con te no, però. Per te cambierò. Amore... ho già rinunciato a caffè e cioccolata. Tu non lo sai, ma per la mamma è un sacrificio enorme!


Ti aspettiamo, Peter Pan. Vola via dall'isola che non c'è e scegli noi per diventare un bambino grande. Ti ho sempre immaginato maschietto, ma se vuoi portare anche Wendy con te... le nostre finestre non saranno mai chiuse.


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